Storia - Eppecciò

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Storia

Dagli anni '50 per diversi decenni il carrettino con ruote cuscinetti a sfera fu il mezzo giocoso di locomozione più ambito dai bambini, che amavano sperimentare le proprie capacità costruttive sul vettore dell’esperienza paterna servendosi da materiali più facilmente reperibili, sia per costo che per comodità.

Il Carrettino era così composto:

  • Manubrio: formato da un’asse trasversale, identica a quella posta posteriormente alla tavola, che sporga da entrambi i lati per permettere al guidatore di direzionare il veicolo a suo piacimento, tanto con le mani da supino, quanto con i piedi da seduto. L’asse, come prima citato, è collegato alla ruota “di direzione”.

  • Perno: con dado e bullone come collegamento diretto fra la ruota e l’asse. Lo stesso perno poteva essere sostituito da un manubrio verticale di altezza variabile sia in principio di costruzione che nel tempo, per seguire la crescita del guidatore.

  • Tavola: in legno mediamente larga e lunga a seconda della costituzione e delle dimensioni del passeggero, che poteva porsi supino o seduto per guidare al meglio il mezzo, mediante il manubrio posto sopra la ruota anteriore.

  • Ruota: anteriore o di direzione, per orientare al volere del guidatore il veicolo. La deviazione era pur sempre minima per le esigue dimensioni della ruota rispetto alla tavola.

  • Cuscinetti: composti da un perno centrale circondato da una struttura cava per accogliere le biglie in acciaio, che, ruotando permettevano il movimento dell’intero cuscinetto. Ne troviamo due posteriori, incastrati all’estremità dell’asse sottostante il corpo del mezzo, e una anteriore, imperniata tra asse e seconda tavola che permetteva di direzionare il veicolo.

In Italia il carrettino tra i vari dialetti assume diversi nomi:

Calacipitu, Carriolo, Carruzzuni, Carramattedda, Carroccio, Carramattu, Carruzin...

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